Cannara Stampa

Storia e tradizioni

Cannara“Nel mezzo della Valle Umbra, alla confluenza del Timia col Topino, sulla sinistra di questo, sorge fin dal secolo undecimo un castello, il quale dalla canna, che forse vegetava negli incolti e paludosi dintorni si ebbe il nome di Cannara”.

E’ l’apertura di un volumetto sulle Condizioni agricole economiche del territorio di Cannara, pubblicato da Giulio Baldacchini nel 1882. Come osserva l’autore, il territorio comunale, racchiuso tra quello di Assisi, Spello, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Bettona, “trovasi in eccellenti condizioni topografiche, climatologiche, telluriche, quindi le sue condizioni agricole non possono essere che favorevoli”.

In pianura, è disposto un buon 40 per cento dei 32,65 kmq. di estensione territoriale; l’area collinare, distribuita sull’appendice dei Monti Martani, supera i 500 m di altitudine. Per 5 Km, la pianura è solcata dal fiume Topino che raccoglie diversi torrenti e canali.

Fino al VII-VI sec. a.C., l’evoluzione della Valle Umbra è stata condizionata dalle acque lacustri; lo sarà poi da quelle palustri fino al 1820, quando viene ultimata la bonifica delle paludi residuali di Spello e di Assisi; questa prelude alla ulteriore e decisiva regolazione idraulica che si svilupperà lungo l’intero Ottocento. Ben dentro i margini di questa valle, i cannaresi hanno costruito il loro habitat strappandolo alle acque e difendendolo da esse.

Da vedere

CannaraLa chiesa di S. Matteo sembra doversi collocare nella seconda metà del Trecento. Al suo interno si può ammirare il trittico frammentario di Niccolò Alunno “Madonna in trono che allatta il Bambino e i Santi Matteo e Francesco”.

L’ubicazione di questo edificio, a sudovest dell’odierno centro storico in prossimità delle mura, e la tarda edificazione di esso stanno a testimoniare come l’abitato di Cannara abbia seguito una lunga evoluzione che solo a ridosso del Quattrocento può dirsi conclusa. Ricordiamo inoltre la chiesa di S. Biagio, in stile romanico, risalente al sec.XII.

Salendo sulla collina si arriva al centro medievale di Collemancio, nei pressi del quale sorge un’area archeologica di grande importanza: “Urvinum Hortense". Questa zona è stata interessata da alcune campagne di scavi che hanno portato alla luce una discreta quantità di reperti e il famoso Mosaico delle Terme, custodito dalla Soprintendenza Archeologica. E’ in progetto la ripresa degli scavi e la realizzazione del Museo Archeologico.