Nocera, che significa Nuova Costruzione, è stata fondata dagli Umbri nel VI secolo a.C. Lo sviluppo della città durante la civiltà romana è legato al passaggio della Via Flaminia.
La prima distruzione della città fu opera dei Visigoti nel 410 d.C. Iniziò, quindi, la ricostruzione del centro abitato sul colle dove è collocato attualmente. Nel 571 d.C. si stanziarono davanti alla città, sul Castellano, i Longobardi i quali costituirono una arimannia di avamposto a difesa del Ducato di Spoleto. Di questa dominazione la testimonianza più evidente è la ricchissima necropoli del Portone.
Le successive tappe fino al Mille seguirono l’accentuarsi della funzione strategica di Nocera con il passaggio da postazione militare a gastaldato longobardo, a contea franca. Fu realizzato un incastellamento fitto e ben collegato dove rocche, castelli, torri militarizzarono un territorio che si estendeva fino a Fabriano.
Nella seconda metà del sec. XII Nocera riuscì a costituirsi come Comune, ma ebbe vita effimera perchè per sopravvivere dovette sottomettersi a Perugia. Nelle lotte fra Guelfi e Ghibellini la città fu distrutta da Federico II nel 1248. Nel 1371 il Comune si dette nuovi Statuti e confermò la fedeltà allo Stato della Chiesa. Nel 1393 la città fu data in vicariato ai Trinci di Foligno fino al 1439, quando lo stato pontificio riprese ad amministrarla direttamente.
Nel rinascimento cominciò a godere di una certa celebrità sotto il profilo turistico, per merito della sua acqua, già nota per la purezza, la freschezza e gli effetti terapeutici. La fama aumentò quando nel XVIII sec. furono costruiti presso la sorgente di Bagni palazzi adeguati per rendere confortevole il soggiorno dei “purganti”. Nell’Ottocento il Seminario vescovile ebbe per concessione pontificia la facoltà di rilasciare lauree in teologia e diritto canonico e civile.
Centro Storico molto interessante lungo le vie che risalgono fino alla Torre Civica detta “Campanaccio”. Superata Porta San Francesco, detta Porta Vecchia, salendo lungo Corso Vittorio Emanuele, incontriamo i Portici San Filippo, antico camminamento all’interno delle mura che conduce alla Chiesa di San Filippo, in stile gotico, rivisitato dall’architetto Luigi Poletti nel secolo scorso (1886). Sulla destra si scorge la Chiesa di Santa Chiara con altari in legno dorato, tre tele di Carlo Maratta (1642) ed una splendida cantoria in stile veneziano.
In Piazza Caprera, si incontra la Chiesa di San Francesco del 1300, attuale sede del Museo Civico, affrescata con dipinti di Matteo da Gualdo del 1400, presenta opere rilevanti: un Crocifisso ligneo francescano della seconda metà del XIII sec. ed il Polittico di Niccolò di Liberatore del 1483.
Per Via San Rinaldo, si giunge al Duomo del 1448, posto sulla sommità del colle, più volte ricostruito e ristrutturato: di quello romanico si conservano un portale con decorazioni sul voltone, la croce in pietra e la pianta ottagonale dell’abside.
Dopo la distruzione di Federico II, fu ricostruito nel 1448 in stile francescano umbro. Nel sec. XVIII, fu trasformato in stile neoclassico. All’interno si conserva il corpo del patrono San Rinaldo, vescovo della città, morto nel 1217. Accanto al Duomo troviamo l’ultimo elemento dell’antico complesso difensivo della città il Campanaccio (XI sec.), teatro di sanguinose vicissitudini storiche. Dal Campanaccio si scorge un altro importante elemento difensivo, la Palombara, torre di avvistamento del periodo bizantino.
Ritornando verso Piazza Caprera e percorrendo l’antica via dell’ Arengo, incontriamo la Chiesa di San Giovanni, oggi parte del Monastero delle Clarisse, con portale gotico, altari in legno dorato e dipinti dei sec. XVII e XVIII.
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